Due Microfoni - Marco Pastonesi e il suo libro "Pantani era un Dio" (66THAND2ND editore)

Ho
Radio radicale torniamo a parlare di libri con l'appuntamento consueto con due microfoni nostro approfondimento che a radio radicale di richiamo ormai da quasi otto anni al mondo dei libri e il mondo dei libri si è affacciato piuttosto spesso a una vicenda molto complicata che riguarda un campione che ha scritto pagine indelebili dell'asta dello sport e del ciclismo in particolare di cosa parliamo parliamo di Marco Pantani e di cosa parliamo di quale libro parliamo del libro di Marco Pastonesi Pantani era un dio intanto e ringrazio Marco Pastonesi per ritrovarlo qui ai microfoni di Radio Radicale bentornato
Però voi per lui allora con Marco Passeri dicevamo sentiti anche per altri suoi per altri suoi lavori tra l'altro passo Nesi è un ex giocatore di rugby ha lavorato per ventiquattro anni
Alla Gazzetta dello Sport ha seguito diciotto giri d'Italia dieci Tour de France Olimpiade quattro giri del Ruanda o del Burkina Faso quindi insomma
Hai dedicato al ciclismo e alla palla ovale tantissimi tantissimi titoli anche dal punto di vista dei libri tratto insieme a Giorgio Terruzzi aveva ray firmato anche un a libro importante una palla lunga e pedalare nel novantasette
Occasione anche per citare l'eccellente Giorgio Terruzzi complice di molti racconti di sport preziosi allora Marco Pantani Marco Pantani
Proviamo a uscire come fatto tutelante mente corpo libero a uscire dalla retorica dei titoli dalla retorica della memoria come dire
Un po'saltuaria che se viene scandita in particolare in ricorrenze come quella di questi giorni no quando son passati ormai vent'anni da quel quattordici febbraio maledetto in cui Pantani perse la vita allora
Parto dal titolo Marco perché il tuo libro Persico si sale senza seconde esce di nuovo in questa circostanza è anzitutto spieghiamo perché esce di nuovo il libro
Ma era uscito la prima volta nel due mila e quattordici a dieci anni dalla morte di Pantani
E dopo dieci anni scadono i diritti
Artifici c'è invece ha rinnovato la fiducia
Ha creato una nuova collana che si chiama ai connesso icone e alcuni titoli i primi due sono appunto Pantani era un dio e poi libero di Giorgio Giorgio Terruzzi sua Ayrton Senna
E per che perché Pantani continua ad appartenere scene
Son passati altri dieci anni eppure la sua storia volendo
A si potrebbe approfondire in un in un spaventoso giallo
Ma soprattutto i suoi quello che ci ha regalato cioè le emozioni cioè i sentimenti
E quelli continuano continuano a vibrare o un po'dentro di noi un po'lungo le strade del Giro del turnover ma anche le strade che porge lui non ha mai percorso ma che ciascuno di noi può percorrere in bicicletta e con qualcosa di Pantani
è strano
è raro mai rimasto
Eh sì e come tu spieghi bene tra l'altro di come si legge anche un po'nella sintesi del tuo libro sia il primo che questo qui ovviamente è successo qualcosa di strano perché sono Pantani sì un corridore
Fantastico ma ha ha vinto insomma di meno non per il più distretto rosse paragonato a Moser Merckx un altro corridore letterario come Fausto Coppi o come Gino Bartali
Eppure insomma come dicevi ha conquistato un po'il popolo del ciclismo come da tempo nessuno riusciva a fare questo intervento perché aveva qualcosa di più lì un semplice dall'essere un semplice ciclista campione
Tu e in sintesi ricordi perché lo scalatore che veniva dal mare perché decollato sul Mortirolo sul Galibier ma è precipitata la cocaina dalla depressione perché inseguiva l'amore ma finiva tutta né perché era un uomo solo e e bellissimo fammelo dire insomma in il tuo libro e e e torna a essere bellissimo dieci anni dopo resto bellissimo
Perché ci troviamo proprio quel Pantani al di fuori della retorica insomma di un miele che non gli sarebbe affatto piaciuto no come quel miele famoso che non piaceva Enzo Bearzot
E invece ci Triulzi vediamo vola carne e il sangue i muscoli la la faccia le parole la vita vera di di di Pantani ci racconti come fu iniziare a scrivere questo libro è cos'è che ti spinse già già allora già dieci anni fa a provare a sciogliere nell'inchiostro
La vita o le vite forse di Marco Pantani Marco
Pantani non era uno dei miei corridori miei corridori sono i gregari miei corridori sono quelli che arrivano ultimi quelli che lottano
Con il fuori tempo massimo
No coi Linke alla fine poi magari abbandonano si ritirano
Quelli che uccidono i perdenti ammesso che ci sia un perdere nello sport in fondo chi arriva al traguardo
Ci dà tutto se stesso anche se in quel tutto è poco ha già vinto Pantani non era uno dei miei perché io non vado a cercare i primi mai andato a cercare il prima gli ultimi perché forse anche in cui chimicamente perché sono quelli che ti danno di più perché nessuno va intervistarmi perché è la stessa storia vista da un altro punto di vista che nessuno racconta
E quindi in quello tu hai una sorta di monopolio
Però Pantani era comunque un grande argomento una grande materia poi un grande protagonista un grande personaggio discusso contraddittorio e insomma quando la casa editrice mi chiese ma Pantani
E allora detto dai proviamo a raccontarlo ma proviamo a raccontarlo alla mia maniera donna
Con un elogio non con un peana non con una il mio amico Pantani non ero amico di Pantani
L'ho conosciuto attraverso le corse e anche attraverso un'intervista un uovo uno ieri Luigi faccia a faccia ma troppo poco per entrare dentro nel corpo nelle gambe nel cuore nell'anima di Pantani
C'è un viaggio quello interno che forse nessuno ha mai fatto neanche lui
E allora ho cercato di raccontarlo come nessuno aveva fatto c'erano già tanti libri belli
Alcuni molto belli
Il chi ricostruiva il giallo della morte chi ricostruiva il giallo della percorso della giustizia ingiusta
Chi
Chi l'aveva scritto poi appunto il il le grandi imprese le grandi miracoli le grandi vittorie di Pantani diurno ho cercato un'altra via non volevo farlo s'
La guerra con gente che mi aveva magari conosciuto di più o meglio non lo so non voglio fare quello e allora ho provato a farlo attraverso i gregari con cui giocava in casa
E io ho trovato un terreno preventivi primo bellissimo ricchissimo di piccole storie esemplari
E attraverso le fallite perché lì Pantani
Soffriva ma si esprimeva Li Pantani e radicali la Lipari vent'anni si sublima aveva ecco allora ho cercato di farlo attraverso punto le le le montagne
E attraverso i compagni
E quelle storie di insomma rimangono perché poi sono indelebili certo sì potuto avrebbe anche allargarle ma in fondo quel libro lì era era quel libro lì e va bene così come se ho aggiunto un capitolo uno posto passione per raccontare e e un po'di di questi dieci anni ecco
Che cosa hanno maturato pur sei anche in me ecco il nei silenzi e nelle
Né i dolori
Nelle nel ciclismo
Un come anche un po'cambiato dopo dopo tanti anni e come è cambiato velocemente in questi ultimissimi anni
Senti titolo Pantani era un dio viene in qualche modo ripreso da ripreso da una delle tante testimonianze tutte molto coinvolgente devo dire
A tre quarti del libro giorni a dare dice per me Pantani era un divo amavo il suo stile a suo modo di andare in salita Lusi il ventuno in tre tagli all'ultimo tornante sotto l'osservatorio con la maglia rosa la ruota di Armstrong sull'Alpe d'Huez
Di cui ancora record trentasette minuti e trentacinque secondi nel novantasette
Avrei voluto conoscevano a Pantani è morto l'anno in cui sono passato professionista lo so morte uno shock un incubo ho pianto o tutti i suoi libri su uno scaffale con una bandana che mi è stata regalata e qui e e cioè si capisce tantissimo di di di Pantani dal tuo libro si si capisce del e chi lo ama e il il perché viene Amato no
Perché sì forse Rondi io forse era forse la tante cose no questo questo panta che tu ricordi un metro e settantadue cinquantasei chili trentasei battiti a riposo centosettantacinque sotto sforzo massimo cinque litri e seicento di capacità polmonare potenza rivelata quattrocento trenta watt segni particolari di tatuaggio un diavolo rosso e nero con un tridente un cuore emblema del Milan sul bicipite destro
E una farfalla
Con una rosa sul petto
Le strade di Pantani io ho letto con con compartecipazione anche questo rapporto simbiotico otto racconti anche quanti chilometri si si macinano sulle strade Pantani era uno che saudita poi del delle corse del suo professionismo amava proprio andare in bici lui prendeva la bicicletta solo dai genitori e se ne andava intorno a Caselli era felice non vorrei essere troppo romantico però Pantani era anche questa roba qui Marco
Sì Pantani era stava più bene benissimo meglio
In bicicletta perché era più libero perché era la sua storia la la sua parte
Dipingeva anche Marco ma pedalava migliore scriveva ma ma pedalava medio cantava Maccanico ma pedalava migliore era il suo modo per stare al mondo per per per dare il il suo medio al mondo non era un santo Pantani non era un dio era un dio Perrini corridori ma insomma non era un una una creature divina era forse lo era in salita quando quando lanciava la bandana alla gettava come un cavaliere medievale no sfidando i suoi avversari e a e e mollando lì quei storie però però era una persona forte in bici Prag Cile giù dalla bici amicizie cattive
Molte
Spenta azioni parecchie
Ha ceduto e incidenti di percorso devastanti
Da alcune volte si è rialzato l'ultima volta si è rialzato un mano nera
Non era più quello che poi quello che ha ok che alla gente ammaliato la gente la incantata dalla pensionata sì le vittorie una trentina roba ridicola però tutte speciali tute particolari tutte dolorose
E tutte indimenticabili sì non era tanto il
E e anche quali vittorie cerchi il Giro d'Italia il Tour de France però è stato un po'il fatto anche fisico non era bello no era bruttina era privato e aveva le orecchie all'evento la era riunito giovedì di dal vivo magro magro come gli scalatori era ne era Limido
Però era era speciale ecco
Gianni Mura lo chiamava l'elefantino Sassari dunque che non è un grande soprannome però però io oppure il panta Dattilo no perché secondo lui era un animale preistorico ed era un po'Princeton i soli sul ciclismo perché era un ciclismo di sensazioni e di emozioni se passiva andava magari mancavano i cinquanta chilometri al traguardo fa niente io vado io vado sentiva un'urgenza dentro non si affidava il patto ah e leggi Pietro e cioè tutti questi sofisticazioni tecnologiche il Jalili spegnevano Lulli seguiva l'istinto e questo che che che che piaceva alla gente di teatro fan Pantani attacca l'attentato tentato di farlo anche nel suo ultimo Giro d'Italia quello del due mila e tre ex certo e a entrare a aveva cominciato fuori forma si allenava
Più dei suoi gregari
Il giorno prima della della prima tappa il perché perché doveva smaltire ancora della ruggine del grasso
E della desuetudine alla bicicletta cosa incredibile per l'unica finalmente entra in forma nelle ultime tappe quelle delle Alpi finalmente attacca
Ma lo vengono a riprendere
Come in quell'attacco l'ultimo attacco di Marco Pantani sulle cascate del torce io mi ricordo che la sala stampa esplose
Perché non non eravamo uniti unica pagati da da da da Pantani euro i giornalisti dovrebbero essere obiettivi ma lì mali il il
Il gli appassionato
E e ab prese il posto di del del del critico quindi tutti ci siamo sollevati sperando no che anche in quella vittoria miracolosa miracolato
Un uomo non più ragazzi ma sono un uomo che faticava a vivere non è successo non è stato ripreso non è nonché se avesse vinto la vita sarebbe cambiata forse chi non si sa
Però insomma fatto sta che dopo quel Giro d'Italia è scomparso dai radar
Delle corsie quindi anche dei giornalisti poiché i compagni degli amici dei gregari che la famiglia quando lui è morto la familiare
Il padre la madre e non in Grecia in campeggio i per dire che la solitudine no la solitudine profonda
E drammatica tragica la morte dei due Montella
Barricato non si sa come esce da dentro e da fuori
Nel disordine con una pallottola additivi cocaina Mariuccia
Non so niente un'edicola
Viene in mente un bel libro di Maurizio Rosetti sulla morte di Maradona che invece raccontava le morti di Maradona in realtà era una morta che era stata costruita nel tempo ho la sensazione che Maradona e Pantani siano uniti da qualcosa
Marco non so se è una riflessione azzardata
Tu con tutti i limiti possibili ti sei fatto un'idea su quei maledetti giorni di Madonna di Campiglio
Ma il cioè che lui che lui si dopano bene quello è e chiarito da un dei file il nel data base di il Francesco Conconi che era uno scienziato al servizio dello sport
Quando il l'autoemotrasfusione dei non era vietata ma questa pratica poi quando e è diventata poi vita è stata comunque
E continuata dai corridori per una mancanza di un antidoping sufficiente per smascherare la sì tanto da i affidarsi a dei dati più generici come l'ematocrito l'emoglobina Enron lui
Perché non si riusciva a rintracciare la eritropoietina ma insomma Pantani non so se quel giorno fosse pulito e non pulito probabilmente no perché il suo ematocrito naturale era più basso
E non può assalire durante una corsa a tappe può scendere ma non salire ma tutti i corridori tanti corridori non tutti ma tanti e che comunque li aiutavano come dicono loro figuravano come dicono loro
Aggiungendo un pochino no di di di benzina super
Per rimanere entro i limiti consentiti lo facevano tanti non tutti ma tanti lo faceva lei probabilmente faceva anche
Pantani e poi poi quel giorno ci sono stati degli errori madornali imperdonabili sei nella nella
Sì nell'ampio nella
Controllo dell'antidoping e poi insomma nel mantenimento delle boccette cioè delle cose e poi deve insomma veramente delle cose tremende
Ecco solo per ciò che non si è mai capito l'incarico a vita Sai di Torino ieri già si siano quello sappiamo bene Mastai diciamo meno abbiamo letto tante cose voi a qualche volta anche confuse
Compensazione complicata quello che sta dicendo però in sostanza è che Marco era comunque voglio dire no a a bocce ferme a parità di condizione senza doping era comunque infinitamente più forte degli altri il doping era come una sorta di autodifesa visto il contesto è un po'questo il senso
Un po'sì
Si dopano tutti mi dopo anch'io questo era e tra il il lo slogan no del dei corridori quindi tende perché dipende sempre dalla
Dai livelli dai valori personali per cui sei uno parte da livello di trentasei di ematocrito
E o arrivare a cinquanta e beh insomma mette dentro un po'di benzina super
Il mio valore di ematocrito e quarantaquattro abbastanza alto di mio e e cosa faccio aggiungo solo sei per arrivare a cinquanta quindi mi dopo come dire un po'meno vengo un po'penalizzato da un discorsi idioti sono discorsi terribili sono discorsi da non fare
Però insomma non si sa mai ecco Pantani devo dire che la storia ci insegna che era un corridore che fin da piccolo faceva la differenza senza vita era uno scalatore era uno scalatore naso s'era uno che prendeva di salite da piccolo prendendo a giovani da da da allievo da dilettante
Quando si vinceva già vinceva non è uno esplose improvvida improvvisamente come certi fenomeni lui è imprestato un corridore
Speciale Eli cominciava l'età limite in ultima posizione
Serve in linea retta gli atti gli avversari quanto soporifero
E lo faceva superando di Peggy che il direttore sportivo i vittima ma ma Marco ragiona cerca di prendere le letali è in testa al gruppo già in testa al gruppo almeno nel gruppetto di testa del gruppo in modo da poter da poter superare qui cinque qui dieci sei vicino a Papa Vincino accorsa
Semplice no no io parto dall'ultimo per vederli tutti e magari va be'arriva quinto ecco non riusciva a completare quella quel sorpasso quello che poi invece gli successe
Ed è entrato nella leggenda
Nella salita di Oropa durante il Giro d'Italia quando gli saltò la catena asini coi i compagni lo aspettarono il gruppo intanto poi andava scappava andava in fuga tutto il gruppo e poi lui
Sfruttando la squadra con una specie di cronosquadre Illiri e i questi compagni che che tiravano e poi ti facevano da parte in causa finché lui è rimasto da solo
Ebbe ci ha dato dentro e li ha superati tutti e l'ultimo forse dice alla Blair mi sembra che rivolto dall'altra parte della strada mentre noi lo superava per non per non vennero allora per non soffrire per non sentirsi umiliato da da tanta
Aeronautica ecco guarda sembra che ci siamo messi d'accordo ma non è così perché io sono a pagina trentasette e tu descrivi proprio questo
Gli scalatori non sono persone banali sono uomini aeronautici aereo dinamici un po'aerostatici sono sherpa due ruote free climber GA pedivella e sull'arrampicata ori sono Montanari anche se vengono da città di mare da villaggi sulla spiaggia
Sono diventati mitici sui passi dolomitici sono cinque alpinisti anche sui Pirenei sugli Appennini hanno il dono della leggerezza il dovere della agilità il potere della volatilità hanno il senso sono propose verticalismo meno dell'obliquità hanno le Busto ritorna anti dei muri delle pareti hanno traguardi sui passi sui valichi sulle forcelle hanno lo sguardo rivolto al nord alle nuvole al cielo
Gli scalatori sono una setta una specie una tribù una razza
Pesi mosca pesi piuma pulci aquile camosci e stambecchi gambe secche quali lenti corridori per le ossa nervi denti fu Shelley arbusti al massimo canne di bambù gli scalatori sono sacerdoti
Loro non sono salite machines Sironi più in alto l'anno che si trasformò gli spiriti spiriti Santi quando il ciclismo ha respirato come una religione sono anime solitarie mistiche sofferenti fino ad ora disposte all'agonia
Votate alla permea
Accidenti checché ritratto bello che hai fatto Eva e insinua in bicicletta tra andare in salita fuori siamo costretti a ad accettare a rassegnarci alla pianura
E ad abbassare sempre di più di livelli a dal ampliare sempre di più i i milioni ma insomma poi veramente la salita dove ci misuriamo noi misuriamo il nostro valore
La nostra capacità anche di soffrire la gente va a vedere i corridori in salita per vedere quanto riescano a soffrire
E c'è un po'di sadismo in questo mare di nel senso secondo me del ciclismo e quando si dice che la salita è una forma di ascensione
Insomma io credo che non si esageri
Consiglio fra i tanti capitoli quello sullo ventuno che è meraviglioso quello sul Galibier insomma nomi che perché ama ciclismo già evocano imprese leggendarie come quelle di Marco Pantani tra l'altro tu usi anche un po'la Poesia di un signore meraviglioso che si chiama Gianluca Favretto per tradurre un po'anche che cosa significa essere scalatori forse possiamo chiudere se sei d'accordo con tra l'altro va be'del tuo ripeto scavi in profondità quindi non non troverete un insomma un'oncia di di retorica in questo libro veramente trovate solo la carne e il sangue di di Marco Pantani voi ricordare tu la frase meravigliosa di un altro grande che che Gianni Mura
Ovviamente grande cantore di di imprese ciclistiche non soltanto per va be'e e Carrieri
E dona punteggiatura e gli chiede ma come vai perché vai così forte in salita e Marco rispose vado forte in salita per accorciare
La mia agonia
Stare la mia agonia eravamo
Erano alla al Tour dal Tour de France
Grazie
Gran Pastorini lettere la solidità vuole il nome Marco Pantani Pantani era un dio per Secs-S Xun Second la riedizione del libro che era uscito già dieci anni fa nel ventennale
Della scomparsa ma chissà se è un termine adatto forse no Marco no non non è scomparsa realtà
Di quella sono della morte di quel giorno questo sì ma se riguardano il comparto chiamiamolo di quel giorno sventurato
Quel quattordici sventrato febbraio di venti anni fa trovate questo ripetute librerie trovate questo libro l'evento in tutti gli store digitali grazie davvero a Marco Pastonesi per essere stato tra noi e voi buona lettura e buona scrittura